Otto semifinali, otto finali, otto vittorie. Il bottino di Novak Djokovic agli Australian Open è storia, Melbourne è casa sua e anche quest'anno lo ha dimostrato. Diciassette titoli del grande slam, ritorno in vetta alla classifica mondiale, Novak ha fatto capire che quest'anno ha tutte le intenzioni di provare a dominare il circuito in lungo e in largo come fatto nel 2011 e nel 2015.
Vincere in Australia è una "condanna" per quanto riguarda il Grande Slam, in quanto si rimane (ovviamente) l'unico candidato a poterlo completare. Quell'impresa impossibile, compiuta nella storia del maschile l'ultima volta da Rod Laver, che tra l'altro proprio in Australia conoscono parecchio bene, è l'unica opera d'arte che manca alla collezione dei big 3 e potrebbe essere quella Gioconda in grado di definire chi fra loro sia il miglior tennista di tutti i tempi.
Tutti e tre hanno giocato hanno giocato tutte e quattro le finali in un anno, ne hanno vinti tre in una sola stagione, ci sono andati vicino (Djokovic anche riuscito, seppur in un ordine diverso, ndr) ma è sempre mancato quel qualcosa. Federer ha sempre trovato quel ragazzo spagnolo di nome Rafa sulla sua strada, precisamente in quel di Parigi, che per tre anni diversi ha fermato il suo cammino; lo spagnolo stesso è stato invece spogliato dei sogni di gloria da Andy Murray che nel 2010, anno in cui poi vincerà tre slam, lo eliminò ai quarti di finale a Melbourne; Nole invece nelle sue annate d'oro, appunto 2011 e 2015, è sempre stato condannato al Roland Garros: in semifinale con Roger nel 2011 e in finale (epica, ndr) con Wawrinka nel 2015.
Chiaramente sono diversi i motivi per cui è tutt'altro che semplice conseguire la vittoria di tutti i quattro Major in una sola stagione: la condizione fisica, quella mentale, la gestione delle energie e della classifica... in più non bisogna mai dimenticarsi, anche se a volte verrebbe da farlo, che ci sono altri giocatori che per lo meno covano il desiderio di alzare il trofeo di un titolo slam.
Quest'anno l'unico che ha diritto a un tentativo è l'attuale numero uno e la domanda è: è davvero impossibile? Sappiamo che a livello mentale Djokovic non ha secondi e (almeno negli ultimi anni, ndr) neanche a versatilità: è in grado, almeno nella maggior parte dei casi, di imporre il suo gioco solido in tutte le superfici; in più, se per caso dovesse essersi prefissato questo come obiettivo, sappiamo che è duro a lasciar stare quando decide di voler vincere qualcosa in particolare o conseguire un record.
A nostro parere gli ostacoli sono essenzialmente due: il fisico e Nadal a Parigi. Fa sicuramente strano leggere che la tenuta fisica possa essere un problema il serbo, però la clessidra scorre per tutti e anche per lui e vincere quattro tornei da sette turni a tre set su cinque, dovendo inoltre gestire il resto della stagione e in parte la classifica, non è cosa semplice neppure per un robot tira vincenti come lui. Soprattutto la gestione della stagione sulla terra sarà fondamentale: per vincere Parigi deve arrivare a fine maggio con fiducia, la giusta quantità di terra sotto le scarpe e il maggior numero di energie possibile. E, per collegarci al secondo ostacolo, deve sperare che Nadal non sia al 100%, almeno per un'eventuale finale/semi contro di lui. Infatti, il Philippe Chatrier è casa dello spagnolo e se in forma risulta davvero imbattibile e i suoi 12 titoli al Roland Garros lo dimostrano; come sappiamo il punto di vista fisico è delicato anche per l'attuale numero due al mondo, che però, a buon ragione, cerca di concentrare la sua preparazione in modo tale da arrivare al top della forma proprio per il Major su terra.
Il Djokovic di Melbourne è sembrato uno di quelli agguerriti, di quelli che vogliono dimostrare a circuito (e pubblico?) che se la coppia Rafa-Roger non dispone di 30 slam per parte, è soprattutto merito (o colpa, dipende dal tifo) suo: questo basterà a sfatare un tabù che resiste dal 1969?
Fifteenlove
Vincere in Australia è una "condanna" per quanto riguarda il Grande Slam, in quanto si rimane (ovviamente) l'unico candidato a poterlo completare. Quell'impresa impossibile, compiuta nella storia del maschile l'ultima volta da Rod Laver, che tra l'altro proprio in Australia conoscono parecchio bene, è l'unica opera d'arte che manca alla collezione dei big 3 e potrebbe essere quella Gioconda in grado di definire chi fra loro sia il miglior tennista di tutti i tempi.
Tutti e tre hanno giocato hanno giocato tutte e quattro le finali in un anno, ne hanno vinti tre in una sola stagione, ci sono andati vicino (Djokovic anche riuscito, seppur in un ordine diverso, ndr) ma è sempre mancato quel qualcosa. Federer ha sempre trovato quel ragazzo spagnolo di nome Rafa sulla sua strada, precisamente in quel di Parigi, che per tre anni diversi ha fermato il suo cammino; lo spagnolo stesso è stato invece spogliato dei sogni di gloria da Andy Murray che nel 2010, anno in cui poi vincerà tre slam, lo eliminò ai quarti di finale a Melbourne; Nole invece nelle sue annate d'oro, appunto 2011 e 2015, è sempre stato condannato al Roland Garros: in semifinale con Roger nel 2011 e in finale (epica, ndr) con Wawrinka nel 2015.
Chiaramente sono diversi i motivi per cui è tutt'altro che semplice conseguire la vittoria di tutti i quattro Major in una sola stagione: la condizione fisica, quella mentale, la gestione delle energie e della classifica... in più non bisogna mai dimenticarsi, anche se a volte verrebbe da farlo, che ci sono altri giocatori che per lo meno covano il desiderio di alzare il trofeo di un titolo slam.
Quest'anno l'unico che ha diritto a un tentativo è l'attuale numero uno e la domanda è: è davvero impossibile? Sappiamo che a livello mentale Djokovic non ha secondi e (almeno negli ultimi anni, ndr) neanche a versatilità: è in grado, almeno nella maggior parte dei casi, di imporre il suo gioco solido in tutte le superfici; in più, se per caso dovesse essersi prefissato questo come obiettivo, sappiamo che è duro a lasciar stare quando decide di voler vincere qualcosa in particolare o conseguire un record.
A nostro parere gli ostacoli sono essenzialmente due: il fisico e Nadal a Parigi. Fa sicuramente strano leggere che la tenuta fisica possa essere un problema il serbo, però la clessidra scorre per tutti e anche per lui e vincere quattro tornei da sette turni a tre set su cinque, dovendo inoltre gestire il resto della stagione e in parte la classifica, non è cosa semplice neppure per un robot tira vincenti come lui. Soprattutto la gestione della stagione sulla terra sarà fondamentale: per vincere Parigi deve arrivare a fine maggio con fiducia, la giusta quantità di terra sotto le scarpe e il maggior numero di energie possibile. E, per collegarci al secondo ostacolo, deve sperare che Nadal non sia al 100%, almeno per un'eventuale finale/semi contro di lui. Infatti, il Philippe Chatrier è casa dello spagnolo e se in forma risulta davvero imbattibile e i suoi 12 titoli al Roland Garros lo dimostrano; come sappiamo il punto di vista fisico è delicato anche per l'attuale numero due al mondo, che però, a buon ragione, cerca di concentrare la sua preparazione in modo tale da arrivare al top della forma proprio per il Major su terra.
Il Djokovic di Melbourne è sembrato uno di quelli agguerriti, di quelli che vogliono dimostrare a circuito (e pubblico?) che se la coppia Rafa-Roger non dispone di 30 slam per parte, è soprattutto merito (o colpa, dipende dal tifo) suo: questo basterà a sfatare un tabù che resiste dal 1969?
Fifteenlove